Con Veltroni nel Partito Democratico
Per il protagonismo della Montagna

Tra le oltre 100 adedesioni già pervenute al manifesto, figura quella dello scrittore Mario Rigoni Stern e di

Gigi Oliveri, Commissario IMONT
Erminio Quartiani, Presidente del Gruppo Parlamentare Amici della Montagna
Erich Demetz, Componente Comitato esecutivo FIS
Giovanni Pasini, Presidente Uncem Emilia Romagna
Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte
Oreste Giurlani, Presidente Uncem Toscana
Catia Mariani, Presidente Uncem Umbria
Denis Dal Soler, Responsabile DS Coordinamento delle Alpi

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S O M M A R I O


La montagna italiana è una preziosa riserva di energie e risorse per lo sviluppo del Paese e il Partito Democratico deve proporre al Governo ed al Parlamento la massima e concreta attenzione ai problemi ad essa collegati. Di fatto il Partito Democratico è già presente e opera per lo sviluppo della montagna mediante l'attività dì tanti cittadini e amministratori che, pur non iscritti, condividono con simpatia e convinzione il programma e gli ideali democratici.
Il Partito Democratico deve, quindi, raccogliere tutta le forze umane e materiali sollecitando e sostenendo gli sforzi per governare e far governare bene le montagne italiane che, abitate da undici milioni di persone, si estendono sulla metà del territorio nazionale.
Occorre tutelare, sviluppare e valorizzare il grande patrimonio delle Montagne Italiane sostenendolo con un progetto che sappia adeguatamente guardare lontano, curando il presente per il futuro. Non dobbiamo dimenticare che dalle montagne nascono i fiumi che devono essere curati e ordinati fin dalla sorgente.
La tutela, quindi, deve partire dal patrimonio montano geologico, ecologico, agro-forestale e dagli insediamenti dell'uomo che, con il suo lavoro, costituisce l'insostituibile condizione perché la terra possa vivere nell'armonioso rapporto tra natura e progresso.
Non possiamo consentire che, con dissennata gestione, si continui a distruggere il territorio plasmato e conservato per millenni dalla paziente e tenace opere dell'uomo.
Oggi la montagna è ancora il grande serbatoio di foreste e pascoli in un paesaggio che costituisce un unicum culturale di tradizioni che non devono essere distrutte.
Dobbiamo perciò, favorire il ripopolamento e il mantenimento degli insediamenti specie dei giovani che scelgono di vivere e rimanere in montagna. Saranno i protagonisti dello sviluppo locale e del recupero anche culturale e tradizionale rafforzando e proseguendo il millenario governo del territorio montano che è garanzia della qualità della vita dell'intero Paese.

Il Partito democratico dovrà
Il concetto di "montanità" non può più prescindere da parametri riconducibili alla categoria fisica e morfologica (altimetria, quota assoluta, dislivello, pendenza, regioni climatiche e fitoclima).
Questi dovranno essere coniugati anche con indicatori socio-economici (dimensione demografica, spopolamento, reddito medio pro-capite, indice di disoccupazione, attività produttive extra-agricole), nonché con quelli relativi alla connettività.

È necessario ridefinire gli strumenti per il governo della montagna rifacendosi ai principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. I piccoli Comuni italiani, per la maggior parte in montagna, non sono più in grado di rispondere singolarmente alle nuove esigenze dei propri concittadini e di erogare servizi fondamentali sul territorio. Occorre pertanto analizzare le competenze che oggi agiscono nelle aree montane (Comuni, Province, Comunità Montane, Gal, Bim, Pit…) per evitare una sovrapposizione inutile e dannosa e il relativo spreco di risorse, distinguendo tra livello di programmazione, di gestione di iniziative e livelli di erogazione di servizi, soprattutto in forma associata. La Comunità Montana dovrà essere individuata quale unico strumento associativo dei Comuni montani, rivedendone, nel contempo, anche i meccanismi elettivi e di rappresentanza ed evidenziandone il ruolo di programmazione per le aree marginali.


È necessario un provvedimento normativo che dia attuazione concreta al modello di finanza regionale e locale, così come definito dall'articolo 119 della Costituzione, attraverso l'istituzione di un fondo perequativo in relazione all'esigenza di sopperire ai sovracosti strutturali permanenti che nei territori montani si manifestano. Dovranno essere individuati, inoltre, meccanismi automatici di alimentazione del Fondo Nazionale per la Montagna riconoscendo che si tratta, in sostanza, di restituire quanto la montagna ha dato e continua a dare in risorse alla Comunità Nazionale.


Risolvere il divario tecnologico-informatico territoriale significa garantire condizioni di effettiva democraticità e pari opportunità di applicazione dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale. La sfida che il Partito Democratico ha di fronte è di costruire un modello plurale di governo dentro al quale si gioca il ruolo delle Comunità montane, anche al fine di garantire l'innervamento telematico ai comuni della montagna italiana.


Per le ragioni storiche e geografiche che fanno da sempre delle Alpi e dei suoi abitanti il crocevia della storia d'Europa - cerniera tra la cultura mediterranea e quella del nord e centro Europa - la Convenzione assume un'importanza strategia anche per le regioni extraalpine, armonizzando la tutela degli interessi economici, in particolare la cooperazione transfrontaliera, con le necessarie esigenze di conservazione dell'ecosistema alpino. Infatti, le Alpi sono un valore unico, indipendentemente dai confini, perché inimitabili e indivisibili.


L'Appennino è un'entità omogenea dal punto di vista geomorfologico, ambientale, produttivo, socio-culturale su cui si sono sviluppate le vicende economiche, politiche, storico-culturali del Paese.
Per troppi anni questa parte fondamentale dell'Italia è stata sacrificata ad uno sviluppo industriale e da troppi decenni lasciata nel disinteresse e nell'abbandono.
Occorre definire un progetto di sviluppo culturale, sociale ed economico sul quale innestare tutte le peculiarità e le tante identità territoriali che da nord a sud caratterizzano l'Appennino.
Il rilancio dell'Appennino deve passare attraverso un Patto per lo Sviluppo fra tutti i protagonisti di quel territorio (Istituzioni, forze sociali, residenti), che abbia carattere operativo, fondato sulla valorizzazione delle economie locali, ispirate ad un nuovo umanesimo che ponga l'uomo al centro di una coesistenza armoniosa con l'ambiente.


Vi è l'urgenza di un programma forestale, nonché del finanziamento di un Piano forestale decennale che favorisca il miglioramento delle foreste, la riorganizzazione fondiaria agevolando la ricomposizione delle proprietà, il sostegno alle aziende agricole ed alle produzioni di qualità, la pianificazione forestale, lo sviluppo di forme sostenibili di energia, anche attraverso la presenza di nuove competenze che possano innestare una forte componente di innovazione, nel pieno rispetto delle identità e delle tradizioni del territorio. Vi è altresì la necessità di un programma pluriennale per la messa in sicurezza dei territori montani, compresi alvei e pendici, attraverso interventi di bioingegneria ad alto contenuto occupazionale e di minimo impatto ambientale, per assicurare interventi di manutenzione periodica dei corsi d'acqua in un contesto di complessiva salvaguardia dell'ecosistema e della biodiversità di queste aree.


La montagna italiana è per sua natura vocata al turismo. Questo può e deve divenire uno degli strumenti di "riscatto" per coloro che vivono ed intraprendono in montagna.
L'impresa turistica montana, più sensibilmente delle altre, necessita di un insieme di condizioni territoriali ed ambientali particolari che ne valorizzano la qualità. Vi è bisogno d'interventi di riqualificazione urbanistica e di manutenzione del paesaggio, di cura dei sentieri e dei boschi, di un nuovo modo di promuovere e comunicare la montagna. Occorre innovare il turismo estivo e ripensare quello invernale, valorizzare la "mezza montagna", promuovere un'offerta ricettiva più flessibile, favorire il trinomio sport-ambiente montano- relax, mettere in "valore" le filiere dei prodotti tipici locali. È opportuno incentivare l'affermarsi di una moderna cultura dell'accoglienza e della promozione turistica, al fine di consolidare il sistema turistico (trasporti, infrastrutture, ricettività, patrimonio culturale e immagine internazionale) per garantire una crescita occupazionale stabile e qualificata.
L'obiettivo del Partito Democratico è quello di promuovere, tra l'altro, un prodotto turistico montano, ben caratterizzato, dalla forte immagine, che sappia competere con un mercato sempre più esigente e in rapida evoluzione.


È necessario recuperare, sostenere e valorizzare il grande patrimonio di conoscenza dell'artigianato nelle aree montane. Questo rischia di andare disperso nell'impossibilità di strutturare in modo definito e permanente un piano di recupero della professionalità artigianale della montagna italiana, attraverso la creazione di laboratori dove i giovani possano apprendere direttamente dagli artigiani la professionalità in termini di cultura e tecniche operative.

Questa nuova politica per la montagna italiana, di cui il Partito Democratico deve diventare protagonista, abbisogna di un coinvolgimento fattivo ed operoso delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, perché con la riforma del titolo V della Costituzione, le competenze relative al Governo della montagna sono attribuite in gran parte a loro.
Noi vogliamo contribuire al grande cantiere avviato per la trasformazione dell'Ulivo, da alleanza politico-elettorale a soggetto politico capace di unire tutti i Democratici. Certo, con un approccio Federalista, partendo dal territorio, dalle sue peculiarità storiche, dalle sue dinamiche sociali, economiche e politiche.
Noi viviamo il partito Democratico come una grande opportunità per dare nuove forze ai grandi principi, valori e tradizioni che hanno fatto la storia del nostro Paese e ne costituiscono l'irrinunciabile patrimonio culturale, morale e civile.
Di fronte a noi sappiamo esserci un grande lavoro di elaborazione, progettazione, che attende la comprensione e l'opera di una classe dirigente aperta e preparata, unita nella comune impresa di governare l'Italia, con coraggio, onestà e competenza, per dare ai territori, al popolo italiano un futuro di innovazione e benessere.
Questo percorso dovrà vedere come protagonista ogni singola realtà ove operiamo.
Dopo più di dieci anni dall'approvazione della legge 97/94 sulla montagna, dopo più di trent'anni dall'istituzione delle Comunità montane e dopo mezzo secolo dalla classificazione delle aree montane, è giunto il tempo di cambiare e di affermare una nuova politica per la montagna italiana. È con questo spirito che intendiamo operare in favore della montagna italiana, proponendo e condividendo la candidatura di Walter Veltroni a segretario del Partito Democratico. Egli, nella sua riflessione di candidatura, ha precisato, infatti, che "la ragione, la missione, il senso del Partito Democratico è fare un'Italia nuova, una grande Nazione cosciente e orgogliosa di sé, ridando speranza ai nuovi italiani ed ai ragazzi di questo Paese".
Questo è lo spirito e questi sono gli intenti ai quali noi crediamo e riteniamo siano indispensabili per un nuovo protagonismo della Montagna.
Con il Partito Democratico vogliamo vivere e operare con tutti gli italiani nella libertà e nella dignità civile, consapevoli che il presupposto ne è la giustizia sociale e le opportunità di cui ciascuno deve godere in condizioni di eguaglianza e rispetto civilmente garantiti.