L'uccisione di Reyhaneh Jabbari ferisce l'umanita' intera

Signor Ambasciatore dell'Iran in Italia,
risuonano nel mondo, risuonano "di fronte al tribunale di Dio" le ultime parole di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna impiccata all'alba di sabato 25 ottobre nel suo Paese per ordine della Corte Suprema. Risuonano nel nostro cuore, risuonano nel cuore delle donne di tutto il mondo, le sue parole cosi' cariche di forza e di dignita', come un appello perche' mai piu' il corpo di una donna sia violato, mai piu' il potere se ne impadronisca, mai piu' la legge sia usata contro la sua liberta', contro la sua vita. Il popolo italiano che noi rappresentiamo, le donne italiane di cui sentiamo tutto il dolore e l'indignazione per il supplizio a cui e' stata sottoposta Reyhaneh Jabbari, alzano la voce davanti al suo Paese. Sappiano, le autorita' dell'Iran, che i diritti umani fondamentali, i diritti delle donne, sono inalienabili sotto tutti i cieli: il diritto alla vita, il diritto alla liberta'. Sappiano, le donne dell'Iran, che noi le sosteniamo contro ogni violazione della loro dignita'. Sappia, signor Ambasciatore, che l'Italia considera l'uccisione di Reyhaneh Jabbari un colpo inferto al sentimento profondo di umanita' che tutti ci unisce su questa terra.
Noi ci aspettiamo ora un segno di cambiamento di quelle leggi e di quella cultura del suo Paese che hanno consentito l'uccisione di Reyhaneh Jabbari di fronte alla coscienza del mondo.
Dica al suo popolo, signor Ambasciatore, che noi siamo le sorelle di Reyhaneh Jabbari, decise a difendere con ogni mezzo la liberta' e la dignita' delle donne, nella vita sociale, nelle leggi, nelle scelte della politica.
Reyhaneh Jabbari vive. La sua testimonianza alimenta il nostro impegno e l'impegno delle donne di tutto il mondo per una umanita' libera dalla paura e dalla schiavitu' della violenza.

Un gruppo di oltre 100 parlamentari italiane
29 ottobre 2014