Comunicato stampa
Sbagliato mettere le spese veterinarie
sul redditometro

Gli animali di affezione non sono beni di lusso, ma spesso l'unica e l'ultima compagnia per molte persone sole e comunque un sostegno affettivo per molte famiglie italiane. E' dunque ingiusto e sbagliato che l'Iva sui prodotti e sui servizi dedicati sia cresciuta fino al 21 per cento, quando in altri paesi europei è al 10, e che ora il governo pensi addirittura di inserire le spese veterinarie nel redditometro per perseguire gli evasori fiscali.
In un momento di grande crisi come questo può sembrare superfluo tutelare le famiglie italiane anche sotto questo profilo e insistere sul rispetto dei diritti degli animali. E' necessario tuttavia ricordare che stiamo parlando di esseri senzienti per i quali l'87 per cento degli italiani ha sentimenti positivi e che ben il 41,7 per cento degli italiani ha un animale domestico in casa. E' per questo che al governo continuiamo a chiedere un impegno coerente con le molte dichiarazioni positive di tante esponenti dell'Esecutivo, e penso soprattutto alla Brambilla e alla Martini".
Silvana Amati
Roma, 7 novembre 2011