Il vuoto legislativo sul
testamento biologico, registrato in Italia fino ad oggi ha a che fare anche con la mancata ratifica della
Convenzione di Oviedo, il primo trattato internazionale sulla bioetica, redatto e sottoscritto nel 1997 su impulso del
Consiglio d'Europa.
La Convenzione prevede che "
i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento
dell'intervento, non e' in grado di esprimere la sua volonta' saranno tenuti in considerazione".
Tale Convenzione e' entrata in vigore nel 1999 e il
Parlamento italiano, attraverso la
legge n. 145 del 2001 ha, per un verso, autorizzato il
Presidente della Repubblica a ratificare la Convenzione (
art. 1) ma, contemporaneamente, ha condizionato la sua "piena e completa esecuzione"
alla "clausola di adattamento" del diritto interno, al contenuto del trattato. Con l'
art. 3 il Governo ha avuto la delega a procedere
all'adattamento ma tale delega non e' stata mai esercitata. L'ordinamento dello Stato Italiano non e' stato adeguato ai principi del trattato
e, di conseguenza, la ratifica e' incompleta e inefficace. Tutto cio' perche' una chiusura ideologica prevalente ha impedito finora
al cittadino italiano di decidere liberamente come concludere la propria esistenza, nella malaugurata ipotesi che le sue condizioni fisiche
un giorno fossero irrimediabilmente compromesse al punto da non voler piu' continuare a vivere in quello stato. Ne' lo stesso cittadino
ha potuto, con un testamento, dichiarare anticipatamente la sua volonta' nel caso che ad essere irrimediabilmente compromesse fossero anche le sue
facolta' intellettive al punto da non avere piu' la possibilita' di comunicare con familiari e medici.
Fin dalla
XV legislatura (2006-2008) mi sono battuta insieme ad altri colleghi senatori perche' venisse riconosciuto tale diritto, ma il
governo Prodi dopo due anni cadde, si torno' al voto e il centrodestra prevalse.
Negli ultimi mesi del 2008, durante la
XVI legislatura, la discussione politica, sempre molto tesa, divenne rissosa ed scomposta a causa
delle vicende legali e politiche riguardanti il
caso di Eluana Englaro.
A
dicembre 2008 ritenni necessaria una presa di posizione politica esplicita e ufficiale sull'argomento: in Aula, nel corso del dibattito
sulla legge di stabilita', dedicai i primi trenta secondi del mio intervento
a leggere il mio testamento biologico.
Il
26 marzo 2009 il
DDL 10 del sen.
Ignazio Marino, da me sottoscritto, conflui' in un testo unificato recante
"Disposizioni in
materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento" che fu approvato dal Senato e inviato alla Camera.
La Camera lo approvo' il
12 luglio 2011 con modificazioni, lo reinvio' al Senato dove fu discusso in commissione il
22 novembre 2012.
Tuttavia anche in quella legislatura non si riusci' a concludere l'iter parlamentare del disegno di legge per la larga presenza della destra
clericale nella maggioranza berlusconiana.
Al termine di questa travagliatissima
XVII legislatura, il
14 dicembre 2017 il testamento biologico e' finalmente legge.
Il buon senso ha prevalso sulle chiusure ideologiche.
legge 145/2001 (su ratifica Conv. Oviedo)
Scheda sul "Caso Eluana Englaro"
Il testo del DDL 10 del 29 aprile 2008
9 dicembre 2008 - Video della mia dichiarazione in Aula
10 dicembre 2008 - Intervista a L'Unita'
2 dicembre 2015 - Riunione dell'Intergruppo Parlamentare (video)
11 ottobre 2017 - Riunione Intergruppo Parlamentare (audio)
9 dicembre 2017 - Il Maratoneta - intervista a Silvana Amati (audio)
Senatori PD - Scheda di sintesi del DDL in approvazione