Dall'elezione delle alte cariche istituzionali
all'incarico ad Enrico Letta
La XVII Legislatura e' iniziata partendo da un dato oggettivo:
un risultato elettorale che non ha visto il Partito Democratico vincente, anzi,
che ha visto realizzarsi in Senato una condizione di totale instabilita'.
Questo risultato indubbiamente e' dovuto anche all'attuale sistema elettorale,
considerato pessimo per diversi motivi e comunque pensato su un modello fondato su
due coalizioni e non su un sistema tripolare come quello ora realizzatosi.
Si e' cosi' definito un pericoloso blocco istituzionale, tanto piu' grave
perche' inserito nella crisi economica piu' difficile dal dopoguerra, quando al
Paese sarebbe servita la massima stabilita' politica per essere piu' forte in
Europa e per attivare immediatamente le urgenti e indispensabili politiche
di crescita.
Sono poi emerse ulteriori difficolta'. Il rifiuto assoluto e purtroppo anche irridente da parte dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle ad ogni possibilita' di costruzione con il Partito Democratico di un governo di rinnovamento, pervicacemente tentato da Pier Luigi Bersani. Per aprire un discorso comune non e' infatti stata sufficiente ne' l'elezione dei Presidenti di Camera e Senato fuori da pur legittime logiche di maggioranza, ne' l'aver ceduto da parte del nostro Gruppo al Senato ai 5 Stelle il ruolo di Questore. E' bene specificare di cosa si tratta. Il Questore e' la figura del Consiglio di Presidenza che esercita il controllo vero sul funzionamento del Senato, del personale, delle strutture, dei conseguenti appalti, figura dunque essenziale nel contenimento e nel controllo dei costi, spettante per voti al Partito Democratico e da noi fatta attribuire ai 5 Stelle senza alcuna contropartita. Chi sceglie di sedere nei banchi del Parlamento non puo' rifiutarsi di partecipare a pieno alla vita delle Istituzioni. Resta poi inaccettabile l'inneggiare della Piazza Grillina all'arrendetevi o il festeggiare per le dimissioni sofferte del Segretario Pier Luigi Bersani, per non parlare del clima di violenza strisciante che si coglie nelle aggressioni a Dario Franceschini, Stefano Fassina, Rosy Bindi. In un sistema oggi nei fatti tripolare, in un Paese segnato come dicevo dalla peggiore crisi dal dopoguerra, la strada era segnata, sopratutto dopo il fallimento delle candidature a Presidente della Repubblica di Franco Marini e poi di Romano Prodi, figure diverse, ma certamente fondanti del Partito Democratico. Solo il sacrificio di Giorgio Napolitano ha consentito di uscire dal vicolo cieco nel quale ci avevano posto i Gruppi PD piu' rinnovati e piu' giovani della storia. Per ulteriore chiarezza va detto che mai i parlamentari dei 5 Stelle hanno voluto discutere insieme una comune candidatura alla Presidenza della Repubblica, secondo loro il Prof. Stefano Rodota' andava votato senza discussione. E' stato subito chiaro a tutti che il Presidente Napolitano ha accettato la ricandidatura solo per l'amore del nostro Paese e per la consapevolezza degli enormi problemi da affrontare con assoluta urgenza, nell'ottica primaria di dare un governo all'Italia, un Governo di servizio al Paese che risolvesse le questioni condivise, gia' in larga massima delineate dalla Commissione di saggi sia sul fronte delle misure economiche che su quello della riforma elettorale e delle riforme istituzionali. Purtroppo non ci sono stati i tempi per attivare tutti i luoghi di condivisione che consentissero la discussione nei circoli e non solo, in modo da informare correttamente gli iscritti e gli elettori, visto che non esiste una corretta informazione pubblica nei tanti telegiornali e servizi televisivi. Questo deficit di comunicazione non modifica pero' la sostanza che sta in capo a chi dirige il Partito Democratico ad ogni livello di responsabilita': dai segretari di circolo, ai segretari delle Unioni comunali e provinciali. Mi riferisco al senso di responsabilita' che in politica resta un dovere, che non puo' essere condizionato dalle mode del momento o dalle presunte convenienze personali. Per quel che mi riguarda in queste difficili settimane ho sempre cercato di collaborare con la presenza costante e con il voto all'impegno difficile di Bersani, sia quando ha proposto la candidatura di Franco Marini, sia quando si e' arrivati al voto su Romano Prodi. Cosi' ieri in Direzione Nazionale ho convintamente votato il documento presentato da Bersani con il quale si confermava la disponibilita' "ad assicurare pieno sostegno al tentativo del Presidente della Repubblica di giungere alla formazione del Governo, raccogliendo la sollecitazione ai Partiti a esercitare la loro responsabilita', secondo linee illustrate dal discorso di insediamento al Parlamento e mettendo a disposizione la propria forza politica e le personalita' utili a questo fine". Altrettanto convintamente votero' la fiducia al Governo la cui formazione il Capo dello Stato ha affidato in queste ore ad Enrico Letta. Mi sembra superfluo ricordare che votare la fiducia non puo' essere considerato un fatto di coscienza, come qualcuno in questi giorni ha cercato di dire, perche' quando si parla di responsabilita' della politica si parla anche di adesione al principio di maggioranza che vale per tutte e per tutti.
Il primo giorno della XVII Legislatura ricominciano le battaglie di civiltà e di sostegno allo sviluppo del territorio
Oggi 15 marzo 2013, nella prima giornata dei lavori nel Senato della XVII legislatura, ho presentato come prima firmataria i seguenti Disegni di legge:
a tutela della persona umana
La documentazione testuale e audiovisiva di tutti gli interventi e' sempre reperibile nel sito web
http://www.silvanaamati.it | |
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