Verso la sfida
del 2006
Seminario
nazionale Ds - Roma, 20 luglio 2005
Democratici di
Sinistra - Area Comunicazione e Formazione politica
Silvana Amati -
Responsabile nazionale formazione politica Ds
Il Seminario
Nazionale di oggi nasce con l'intento di indicare al Partito un
percorso di lavoro fornendo elementi ulteriori di conoscenza su temi
centrali per la nostra politica nei territori in previsione del
2006.
Al Congresso
dicevamo: "Finisce l'illusione e comincia l'Italia.".
E' chiaro a tutti
come oggi davvero l'illusione berlusconiana sia tramontata
miseramente, in queste settimane, infatti, si è ridisegnato
l'assetto politico del Paese.
Il Governo di
Centrodestra non ce la fa: recessione economica, depressione dei
consumi, precarietà delle famiglie, strappi istituzionali,
avventurismo in politica estera con molte subalternità, indicano che
l'Italia è un Paese a rischio. D'altra parte, il voto alle elezioni
regionali ed amministrative mostra che gli elettori hanno punito
un'idea della politica intesa come pura gestione del potere, una
concezione del potere che non si è evoluta o saputa misurare con il
Paese reale e i suoi problemi.
Il risultato
elettorale di aprile - come racconteranno nel dettaglio il Prof.
D'Alimonte, che è qui con noi, e Maurizio Migliavacca - ha
registrato due milioni e mezzo di voti in più per l'Unione con una
omogeneità rara sia nel territorio regionale , da Nord a Sud, sia
tra le classi sociali.
Resta, comunque,
nella gente un grande senso di incertezza e di precarietà - e questo
tema, è trattato dal Prof. Pagnoncelli e da Barbara Pollastrini - ,
di incertezze di lavoro, di futuro, di risposte giuste ai bisogni
essenziali per i più deboli.
E' presumibile
anche - credo, anzi, che sarà inevitabile - che sia in campo il tema
della sicurezza, infatti dopo Londra è entrato di nuovo,
prepotentemente, sulla scena il terrorismo internazionale come tema
complesso sul quale è importante discutere tra noi. Il terrorismo si
presenta in Europa per la prima volta con il volto del giovane
kamikaze della porta accanto.
L'Europa sembra
più fragile, torna la richiesta di inutili frontiere: inutili se è
vero, come è vero, che l'Inghilterra è fuori da Schengen, che lì gli
attentatori erano in casa e non hanno dovuto attraversare
irregolarmente nessun controllo. Sin qui si è combattuto il
terrorismo con armi sbagliate, ma questo oggi non è il nostro unico
problema: accanto ad una risposta politica forte che veda l'Europa
reagire unita bisogna impegnarci perché la riflessione di equilibrio
e di forza, non sia solo con lo sguardo rivolto ad Occidente.
E' essenziale che
non prevalga una visione di chiusura protezionistica fragile quanto
inutile, che all'integralismo islamista non si risponda con la
caccia al diverso, con la cultura della separatezza.
Serve una
risposta europea politica, concorde, e in Italia un quadro di
iniziative a partire dall'applicazione delle leggi esistenti che
mettano i cittadini in sicurezza.
La sicurezza - lo
diceva anche Fassino al Consiglio Nazionale - non è un tema di
destra; una società più insicura, anzi, è più facilmente liberticida
e meno democratica.
La lotta contro
il terrorismo e gli integralismi si conduce con il primato della
politica, con la tolleranza, con la costruzione di politiche
preventive.
Spetta a noi,
Democratici di Sinistra, lavorare perché la gente non si smarrisca,
dobbiamo impegnarci per fare in modo che ci sia data fiducia e che
chi ce l'ha data la possa riconfermare con il voto, così importante,
che si svolgerà tra aprile e maggio.
Tra il
Centrodestra e noi c'è una grande prima differenza: noi,
indubbiamente, siamo ricchi di una classe dirigente forte e diffusa
che va valorizzata ed utilizzata al meglio nel Partito e nelle
Istituzioni.
Vedete bene,
compagne e compagni, che se dobbiamo e vogliamo essere portatori di
valori e di programmi per la società italiana, se vogliamo che
politica corrisponda ad elevare capacità, conoscenza ed innovazione,
dobbiamo, però, attrezzare il Partito a compiere un ulteriore passo
in avanti.
La dimensione
valoriale della politica va rafforzata e non separata dalla
iper-pragmaticità che spesso caratterizza il nostro quotidiano. Noi
vantiamo questo grande patrimonio: una classe dirigente diffusa, una
risorsa fondamentale che non va lasciata sola e che non può e non
deve essere auto-referente. Credo che anche tutta la discussione di
questi giorni sulla sobrietà stia nell'ambito di questa riflessione.
L'approfondimento
di temi, il confronto con autorevoli competenze - come anche oggi -,
l'apporto dei nostri massimi dirigenti può essere un contributo in
più per leggere meglio una realtà complessa e per attrezzarsi a
rispondere meglio alle esigenze della gente.
Partendo da
queste considerazioni, l'8, il 9 e il 10 luglio scorso abbiamo
tenuto all'abbazia di Fiastra una partecipata "Summer School" con i
nostri amministratori ed oggi stiamo progettando, insieme a Marina
Sereni e a Maurizio Migliavacca, un percorso di formazione politica
per i quadri di base in vista della sfida del 2006.
Credo che non ci
sia niente di nuovo nell'affermare l'importanza della formazione,
perché da sempre la formazione permanente è stata considerata uno
strumento essenziale per rispondere al modificare del quotidiano.
La difficoltà sta
nel creare strumenti, occasioni, modalità costanti di formazione.
Oggi speriamo che
il nostro lavoro in questo campo, attraverso una prassi
organizzativa efficiente, sostenuta da strumenti comunicativi
adeguati - vedete che qui gli aggettivi ogni volta sono una spinta
in avanti - ai tempi e alle effettive nostre possibilità, possa
contribuire a consolidare e a strutturare al meglio questa classe
nostra dirigente sia per il Partito che per il Paese.
L'intento è
quello di ampliare le conoscenze e di rinnovare, quindi,
culturalmente il Partito che è il luogo costituzionalmente deputato
alla rappresentanza delle idee, il luogo più democratico ove
affermare la propria dignità politica e far valere, da persone
libere, idee, valori ed interessi.
Valori e cultura
politica adeguati sono tratti insostituibili accanto alla capacità
di produrre iniziativa sapendo ascoltare i bisogni della nostra
società.
Sappiamo bene
come nella realtà contemporanea non si possa fare a meno dei valori
e del duro lavoro necessario per affermarli, occorrono, però,
coraggio e coerenza e la convinzione che la gente può darci fiducia
se sappiamo rappresentare le sue esigenze, ma anche se sappiamo
continuare a rappresentare i valori senza i quali non esistono
prospettive di progresso.
Partendo da noi,
come, di norma, dicono le compagne, credo che si possano avere nuovi
strumenti per battere l'anti-politica, per mandare a casa questo
Governo di Centrodestra e per dare una speranza concreta di riscatto
al Paese. Io ringrazio tutti i relatori,gli intervenuti; ringrazio
Ignazio Vacca ed Emiliano Citarella che hanno contribuito al
successo di questa giornata e, naturalmente, dò appuntamento a tutti
al momento in cui dovremo riportare questa fatica, - ma anche questa
soddisfazione - di fare un lavoro di formazione sul territorio. |